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A volte ritornano…

A volte ritornano…

Capita spesso ad Alfabeti, come in tutte le scuole per immigrati, che gli stranieri si iscrivano al corso di italiano pochi giorni dopo il loro arrivo: da noi, come altrove, trovano ad aspettarli corsi di livello super base, con insegnanti e volontari che prima ancora di insegnare il verbo essere fanno del loro meglio per metterli a loro agio pensando più ai sorrisi che al verbo essere. Molto spesso questi nuovi arrivi frequentano per qualche mese, imparano le basi minime per sopravvivere e poi pensano di riuscire a farcela da soli: è una delle grandi frustrazioni di chi insegna in queste scuole, mettere tanto impegno per avvicinarli alla nostra lingua e poi vederli scappare appena si sentono autonomi. Per fortuna, a volte li vedi tornare dopo qualche tempo, quando acquisiscono la consapevolezza che meglio parlano la lingua e più ampie saranno le loro possibilità di soddisfazione in questo Paese e senti di essere stato una parte importante di quel ritorno.

Zakaria si è iscritto a scuola due giorni dopo essere arrivato dal Marocco: lo ha accompagnato un fantomatico parente (i parenti dei nord-africani sono sempre un po’ inventati, spesso sono solo “compaesani” che parlano bene l’italiano e hanno capito come girano le cose). Al suo primo giorno di lezione si è fatto venire la febbre per l’agitazione: paura di non capire nulla, paura di non essere all’altezza di questo nuovo mondo, paura di essere trattato male. Dopo meno di due mesi era già in grado di capire quasi tutto anche se parlare era tutta un’altra storia, ha smesso di sentirsi male durante la lezione e ha iniziato a sorridere. A quel punto ha smesso di frequentare e nessuno l’ha più visto.

Fama, senegalese, alla fine dell’anno scorso ha partorito: ti aspetteresti che la nascita di un bambino possa essere motivo per mollare e invece lei, bellissima con le sue lunghe gambe e gli occhi intelligenti, ha stupito tutti: a ottobre ha ricominciato a frequentare il suo corso serale, portando con sè la piccola, in autunno un piccolo fagottino e a fine anno ormai una principessina che imparava insieme alla mamma.

L’esperienza di volontari e insegnanti che si vive quotidianamente ad Alfabeti permette di incontrare tante donne e uomini, tutti diversi: non conta tanto la nazionalità quanto i differenti modi di apprendere e le motivazioni che portano ciascuno studente a presentarsi a lezione. E l’unica cosa davvero importante è che grazie al nostro impegno siamo in grado di offrire a tutti un’opportunità.
Sara Pupillo
13 Luglio 2016 Daniele Murtas
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