Dal 30 settembre è iniziato il nuovo anno scolastico di Alfabeti: Nadia e Serena, le coordinatrici dei due corsi, ci raccontano lo stato delle cose.
Sono già due mesi che Alfabeti ha ripreso, dopo la pausa estiva, la sua “mission” principale: insegnare la nostra lingua ai tanti immigrati arrivati a Milano desiderosi di integrarsi nella nostra società e che, proprio per questo, affrontano come primo scalino quello di apprendere a parlare e scrivere l’italiano. Dal 30 settembre, dopo i test di ingresso per capire in quale classe indirizzarli, la Scuola Donne al mattino e la Scuola Serale stanno marciando a pieno regime. Per questo abbiamo chiesto alle coordinatrici delle due scuole, Nadia e Serena, di tracciare un quadro della situazione per i rispettivi corsi in quest’anno scolastico 2019/2020
Gianni Pianetta
La Scuola delle Donne di Alfabeti
Lei è un po’ l’anima della Scuola Donne di Alfabeti, quella branca tutta al femminile della nostra associazione che vive al mattino, dalle 10 alle 12, e che riempie il nostro stanzone di borse, borsette e borsoni, passeggini, foulard e bambini vocianti. Da quattro anni Nadia De Mond organizza questa parte della nostra scuola e coordina volontarie e studentesse, senza però ignorare l’insegnamento in una classe. Ma è già da una decina d’anni che Nadia frequenta Alfabeti, sempre nella Scuola Donne.“Ho conosciuto la nostra associazione”, spiega lei, “grazie a Carla, una delle fondatrici della onlus. Quando ho poi smesso di lavorare ho pensato che sarebbe piaciuto pure a me insegnare italiano“.
Un bell’impegno per una signora belga e per di più di famiglia fiamminga!
“Quando sono arrivata in Italia”, riprende Nadia, “per i primi sei anni ho insegnato francese agli italiani. Ma poi ho lavorato per vent’anni nella cooperazione internazionale, dov’ero responsabile per il settore America Latina di Mani Tese. E così, quando ho smesso, mi son detta: ma perché non riprendere la mia vecchia passione, l’insegnamento? E ora posso dire che prima ero io che giravo il mondo e adesso, con Alfabeti, ho il mondo in casa!”.
E allora vediamo di entrare più nello specifico di questo impegno e delle sue problematiche.
“Il nostro problema principale”, spiega Nadia, “è che le nostre donne sono quasi tutte mamme con bimbi in età prescolare e non possono lasciare i loro bambini negli asili-nido perché non hanno punti per le graduatorie e quindi non trovano posto. Poi, con grande dispiacere, non possiamo ospitare tutte le richiedenti per le nostre oggettive condizioni logistiche legate a una sede piccola. In più, da aggiungere, c’è il fatto che non è facile trovare volontarie che tengano i bambini mentre le mamme fanno lezione. Quest’anno siamo appena sufficienti, perché abbiamo bisogno di almeno due volontarie per ogni mattina; abbiamo potuto accettare 7 bambini, senza considerare i neonati che ancora allattano e che non contiamo neppure…”.
Non è facile insegnare in queste condizioni: “I bambini spesso escono dalla loro stanzetta per cercare la mamma e questo disturba moltissimo la lezione”, confessa Nadia. “Senza contare il problema dello spazio: arriviamo ad avere 4 classi nella stessa stanza e bisogna calcolare che mediamente arriviamo ad avere 25/30 donne ogni mattina… E ho un grande dispiacere perché ho rilevato che alcune delle studentesse, specie dell’A2, la classe più avanzata, se ne vanno proprio per il troppo casino e la difficoltà di concentrazione”.
C’è un altro punto che sta a cuore a Nadia e alle sue volontarie: “Purtroppo la dispersione scolastica è molto alta, specie dopo le feste di Natale, anche perché alcune tornano ai loro Paesi e non rientrano“.
Ciononostante, il quadro, specie quest’anno, è confortante. “All’inizio dell’anno scolastico”, racconta Nadia, “si sono iscritte 78 donne, ma realmente frequentanti ora una sessantina. La maggioranza è egiziana, perché nel quartiere è forte il loro insediamento. Poi ci sono marocchine, qualche sudamericana, poi bengalesi e cingalesi, poche africane, una paio di europee dell’Est e una cinese. L’età media? Sono quasi tutte giovani donne, tra i 30 e 35 anni”.
E invece sul fronte delle volontarie che insegnano?
“Abbiamo 18 insegnanti, di cui 2 nuove, più 6 volontarie che curano i bambini (3 nuove). Ci tengo a ringraziare queste volontarie che fanno babysitteraggio, perché senza di loro non riusciremmo a insegnare!”. Aggiunge Nadia: “Mi colpisce vedere queste nostre studentesse, giovani donne che non lavorano, quasi costrette a fare le mamme e le casalinghe senza un contesto socio-famigliare che le aiuti. Vivono in simbiosi coi loro piccoli e questo fa sì che i bimbi restino attaccati troppo alle gonne della mamma, spesso non socializzando. Però noi volontarie siamo tutte gratificate dalle nostre studentesse che hanno proprio bisogno e voglia di imparare e ci sono grate per questo. Lo sai cosa ci aspetta a Natale? Saremo sommerse da una quantità di piatti e di cibi etnici: il loro modo per dirci grazie…”.
La Scuola Serale di Alfabeti
Approdata come volontaria insegnante ad Alfabeti nel 2016, già l’anno dopo Serena Cellamare, su richiesta del nostro presidente Moreno, accettava l’incarico di organizzare e coordinare i corsi serali, responsabilità che prima divideva con un’altra volontaria, Chiara, e che dal 2018 è tutta sulle sue spalle.“Diciamo che”, spiega Serena, “conoscendo già la realtà da un paio d’anni sapevo che la prima parte dell’anno scolastico, quella dell’inizio, la più organizzativa, non sarebbe stata facile. Oltre ai test d’ingresso da fare ai singoli richiedenti, c’era da organizzare le iscrizioni, strutturare le classi e naturalmente l’inserimento dei nuovi volontari che quest’anno, fortunatamente, sono stati alquanto numerosi. Quindi direi che l’anno è iniziato abbastanza bene e ci riteniamo soddisfatti dai numeri più importanti che Alfabeti sta registrando. Sul fronte dell’insegnamento, fin dagli inizi di ottobre abbiamo accolto 15 nuovi volontari, mentre sul fronte degli studenti abbiamo iscritto ben 140 studenti, suddivisi tra un 70% di uomini e un 30% di donne; le classi di età sono parecchio differenziate, ma direi che la maggioranza degli studenti si situa sotto i 3o anni”.
Interessante anche la provenienza geografica. Spiega Serena: “I Paesi di provenienza sono principalmente l’Egitto, poi quelli dell’America Latina, Pakistan e India, un po’ di Cina, pochi da noi invece quelli dall’Africa nera. Abbiamo formato 9 classi: 1 di analfabeti (con tre volontari insegnanti), 3 pre-A1 (con 15 volontari), 2 A1 (con altri 15 volontari), 2 A1+ (8 volontari) e una classe A2 (3 volontari). Sono molta orgogliosa perché, in totale, abbiamo circa 5o volontari attivi nell’insegnamento, anche se abbiamo perso 10 volontari rispetto all’anno scorso che, per vari motivi hanno lasciato, ma che sono stati rimpiazzati alla grande dai nuovo arrivi! Voglio anche ricordare che già da settembre alcuni nostri volontari si sono impegnati a svolgere i test di ingresso per stabilire il livello dei richiedenti e inserirli quindi nelle classi opportune”.
Le lezioni, come sempre, si svolgono su due turni settimanali: il lunedì/mercoledì o il martedì/giovedì dalle 19 alle 20,30 per il primo turno oppure dalle 21 alle 22,30.
“Anche quest’anno”, racconta Serena “il Consiglio Direttivo di Alfabeti ha confermato, dopo l’esperimento dell’anno scorso, la suddivisione in tre trimestri (invece la Scuola Donne ha due quadrimestri; ndr), riducendo a 5 euro la quota di iscrizione trimestrale che però, per la prima volta vede il libro di testo acquistato dall’associazione e regalato agli studenti”.
“Non va dimenticato”, conclude Serena, “che essendoci molti nuovi volontari per l’insegnamento si è già svolta una sessione formativa, prima che iniziassero i corsi, tenuta dalla professoressa Elena De Munari, esperta in L2 e nostra consulente scientifica. Ma vogliamo dare maggiore attenzione alla formazione dei volontari per farli crescere nella didattica e per aumentare così anche il numero delle nuove classi”.