Pubblichiamo la recensione su “Barrio San Siro”, un interessante volume che propone uno spaccato, ma anche una analisi, sul popolare quartiere milanese di San Siro dove agisce la nostra associazione con le sue due scuole. L’intervento è a cura della nostra storica volontaria e socia di Alfabeti OdV l’architetto Bianca Bottero. Bianca è stata professore ordinario di “Progettazione Ambientale” alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Barrio San Siro è il risultato di una ricerca nel quartiere di edilizia popolare San Siro a Milano, – un grande quartiere investito negli ultimi anni da un gravissimo processo di degrado fisico e sociale – condotta da un giovane studioso di antropologia che ha frequentato per cinque anni il luogo e vi ha ivi svolto numerose interviste.
Il titolo del volume – Barrio San Siro – mi è parso alle prime del tutto improprio: il quartiere San Siro è stato infatti progettato con cura e un certo decoro urbano da eminenti professionisti e costruito negli anni ’30-40 per una classe operaia che accorreva alle fabbriche della città dalle varie regioni d’Italia e si inseriva ordinatamente nelle abitazioni e negli spazi a lei predisposti. Non è quindi paragonabile alla anarchica informalità dei Barrio sudamericani, dai quali si differenzia anche per non essere formato da una comunità sostanzialmente omogenea, espulsa dalla città borghese, come è specifico del Barrio.
Tuttavia, nell’approfondire la conoscenza del testo, ho capito e apprezzato il significato che l’autore ha voluto con questo titolo dare al suo studio: il significato di una denuncia, assolutamente pacata ma oggettiva e implacabile, dell’esistenza in San Siro di un Barrio virtuale costruito dalla terribile violenza dei processi di marginalizzazione in esso in atto.
Questa tesi non è sostenuta da analisi o enunciazioni generali, o con riferimenti più che incidentali a situazioni specifiche di malgoverno (le inadempienze di Aler, la latitanza del Comune, le continue immissioni di popolazioni fragili a rischio economico e sociale, le occupazioni abusive, i fenomeni malavitosi, con spaccio e violenze) ma è suggerita in forma implicita, ricavata dalle stesse numerose narrazioni raccolte dal ricercatore in luoghi vari, qua e là nel quartiere, seguendo logiche, percorsi e opportunità occasionali, adatte, adattate ai vari personaggi intervistati, individuati o emersi; e restituita in modo piano, ma secondo un rigoroso metodo disciplinare che attribuisce la massima attenzione a tutti i particolari e alle minime qualità espressive proprie a un dialogo pieno di empatia e di reciprocità tra intervistatore e intervistati.
Data la mia formazione, che mi porta a riflettere sulle dinamiche anche spaziali che condizionano il comportamento sociale, ho dunque un po’ immaginato il girovagare del giovane antropologo tra i vari luoghi di San Siro: dalla sede del Politecnico in via Abbiati , ai bar di piazza Selinunte, alle sede del Comitato di quartiere in via Mar Jonio, alle due scuole/frontiera poste ai bordi del quartiere, alle varie stanzette/ rifugio annidate qua e là nel quartiere dei ragazzi, delle donne , degli anziani soggetti delle interviste. E dalla descrizione di questi vari luoghi e percorsi, accompagnati dal susseguirsi di squarci di vita spesso avventurosi, dolorosi, inquietanti…
tra gli interstizi offerti da pratiche e vissuti quotidiani: l’angoscia espressa dagli abitanti per contrastare la mancanza di attenzione politica, la mobilità di un ex senza dimora, le retoriche securitarie adottate da un Comitato locale, le attività per pulire lo spazio pubblico del quartiere, la musica e gli immaginari utilizzati da un gruppo di giovani, le storie di vita di tre donne accomunate da esperienze di sofferenza e marginalizzazione, l’epopea migratoria di un cittadino srilankese, le strategie individuali e istituzionali messe in campo in un contesto scolastico di “frontiera” e, infine, la vicenda di due progetti di rigenerazione urbana.” (pg.192)
Emerge un ritratto anche fisico del quartiere che, pur nella sua ovvia parzialità, appare incredibilmente vivido e “vero”.
Aggiungo che, grazie alla “simpatia” con la quale vengono costruite queste narrazioni, che mai alludono a valori categoriali non appartenenti ai soggetti intervistati, il Barrio sembra farsi interlocutore reale, presenza in qualche modo meritevole di un futuro: del quale piccoli segnali sembrano intravedersi nelle numerose iniziative volontarie attive nel quartiere, verso i bambini, verso le donne, verso gli anziani che alludono a una possibile solidarietà sociale. Anche se (questa è la frase conclusiva del testo)
carenze troppo taciute stridono con il benessere medio della capitale economica italiana.
(di Bianca Bottero)
Specifiche libro
Titolo: | Barrio San Siro |
Autore: | Paolo Grassi |
Editore: | Franco Angeli; 1° edizione (8 marzo 2022) |
Lingua: | Italiano |
Copertina: | Flessibile |
Pagine: | 216 |
Peso: | 290 gr |
Prezzo*: | 30€ |
ISBN-10: | 8835120497 |
ISBN-13: | 978-8835120490 |