Tutti conosciamo tante parole arabe: cous-cous, kebab, felafel. Ma al di là dei piatti che mangiamo nei ristoranti etnici, in realtà nella nostra lingua sono tantissime le parole che derivano dall’arabo e sono termini che utilizziamo tutti i giorni.
Il dialogo tra i Paesi del Mediterraneo è iniziato fin dal Medio Evo e ha portato fin da allora rapporti costanti di vario tipo, tra scambi di merci e di idee e quindi anche di lingua. Così, in italiano si sono diffuse parole relative alle tecniche di agricoltura ma anche di frutta e verdura, basti pensare ad albicocca, carciofo, arancia. Ma anche gran parte del lessico scientifico occidentale deriva dagli scambi con la lingua araba: termini della chimica (un tempo semplice arabissima alchimia), dell’astronomia, della matematica.
Il dialogo tra i Paesi del Mediterraneo è iniziato fin dal Medio Evo e ha portato fin da allora rapporti costanti di vario tipo, tra scambi di merci e di idee e quindi anche di lingua. Così, in italiano si sono diffuse parole relative alle tecniche di agricoltura ma anche di frutta e verdura, basti pensare ad albicocca, carciofo, arancia. Ma anche gran parte del lessico scientifico occidentale deriva dagli scambi con la lingua araba: termini della chimica (un tempo semplice arabissima alchimia), dell’astronomia, della matematica.
Cerchiamo di ricordacene noi volontari quando insegniamo la nostra lingua nelle classi di Alfabeti e sopratutto ricordiamolo agli studenti: che non li apprezziamo solo perché talvolta ci cucinano quei piatti deliziosi, ma che siamo consapevoli di come la loro cultura abbia valore, tanto da essere inglobata anche nella nostra.
Buon 2017 a tutti.
Sara Pupillo