La sede di Alfabeti si trova in via Filippo Abbiati, nel bel mezzo del quartiere San Siro: da un lato le ville prestigiose, a ridosso dello stadio e dell’Ippodromo; dall’altro, tra piazzale Segesta e piazzale Brescia, case popolari costruite negli anni ’30. Ed è questa parte che negli ultimi decenni ha trasformato la sua identità, sempre più immersa in colori, suoni e odori della Milano multietnica.
Non molti conoscono l’origine del nome San Siro: si deve alla chiesa di San Siro alla Vepra, di cui oggi rimane soltanto qualche vaga traccia in via Masaccio, vicino a piazzale Lotto. San Siro è, invece, per tutto il mondo legato al mondo del calcio, con le squadre milanesi che si alternano nel fantastico Stadio Giuseppe Meazza.
Proprio intorno ad Alfabeti si sviluppa l’area “Francesco Baracca”, un complesso di case popolari costruito fra via Dolci, piazza Falterona e via Maratta nella prima metà degli anni ’30. Autore delle case fu Giovanni Broglio, specializzato in quel genere di abitazioni: muratore fin da giovanissimo, prese la laurea in architettura mantenendosi agli studi con l’attività di manovale. Si appassionò all’argomento, tanto che, una volta laureato, a Milano ne costruì quaranta complessi. La nostra città conta 170 quartieri di case popolari, che danno abitazione a 350.000 persone. In origine progettate e costruite per dare alloggi decorosi a tutti gli strati sociali, con ampie metrature, balconi e giardini, le case popolari, purtroppo, negli anni sono state lasciate a se stesse e si ritrovano, oggi, vecchie e spesso in pessime condizioni: parti comuni degradate, piante e giardini abbandonati, aree esterne desolate. Contribuisce al senso di abbandono anche il fatto che le strade intorno ai quartieri popolari hanno fama di essere poco sicure, soprattutto di sera. Invece, come chiunque può verificare venendo a visitare Alfabeti, è proprio agli stranieri che si deve se San Siro, come altre zone ad alta densità di famiglie immigrate, è un quartiere tranquillo e controllato a tutte le ore: le abitudini sociali degli stranieri hanno riportato le persone fuori dalle mura domestiche, giovani e anziani, mamme e bambini, di ogni razza e colore hanno dato vita a San Siro.