L’idea era venuta lo scorso inverno a Moreno, quando non era ancora presidente di Alfabeti e si trovava in viaggio in Sudamerica. Il messaggio era lapidario: “Ragazzi, mi è venuta un’idea geniale che risolverà il nostro annoso problema di raccolta fondi: se va in porto, per un anno siamo a cavallo; appena rientro vi spiego tutto!”. Tutti ad aspettarsi il colpo di scena. L’idea poi si è rivelata forse non originalissima, ma il successo è stato grande, la partecipazione ancor di più e qualche soldino nelle nostre misere casse è entrato davvero. E così, a poco a poco, settimana dopo settimana, l’idea di Moreno ha preso corpo e, grazie all’impegno di tutti (in primis Fabio che si è rivelato un grande organizzatore e capocordata di tutti i volontari) si è trasformata in una megacena in una bellissima e calda serata di fine maggio.
L’idea era semplice: tutti i volontari di Alfabeti si impegnano a cucinare e a portare cibo e bevande, gli ospiti invitati (amici, parenti, simpatizzanti) danno un’offerta per la nostra onlus e siedono così a un ricco buffet. La location era l’oratorio di san Luigi della parrocchia del Sacro Cuore, zona viale Certosa di Milano. Un bellissimo e spazioso cortile, pieno di tigli che profumavano l’aria della sera, e che i nostri volontari hanno riempito di tavoloni e sedie.
Già dalle 18 i volontari di Alfabeti si son messi al lavoro per preparare tutto, visto che l’appuntamento per tutti era dalle 20.
Fabio era da tempo che raccoglieva le proposte di vettovagliamento vario che provenivano da ogni volontario dell’associazione, ma la domanda che serpeggiava creando ansia era: ma il cibo basterà?! E la risposta è stata: altrocché! Su due tavoloni ecco comparire, come per incanto, vassoi e portate che man mano, seguendo gli arrivi dei volontari, si moltiplicavano: dalle insalate greche di Elena (già in ansia dal primo pomeriggio per la paura di non farcela a prepararle in tempo), all’hummus di Laura (lei ha promesso di renderlo più “agressive”, con più aglio la prossima volta), dalle tante paste fredde alla tzatziki di Gioconda (addirittura in bicchierini, ciascuno ornato da fogliolina di menta: noblesse oblige…). E poi il risotto mele e curry di Moreno fatto espresso al momento, il guacamole, i vari cous cous, le melanzane all’armena, la focaccia alla turca, la pita serba, il riso venere coi gamberetti, i salami emiliani eccetera eccetera eccetera.
E i dolci? Ecco un’altra tavolata riempirsi di infinite torte: da quella di mele di Bianca alla sbrisolona pugliese del nostro allenatore (Unione Alfa) Giuseppe (fatta dalla sorella però!) al budino de pan casero. E chi più ne ha, più ne metta. Unico neo: i beveraggi alcolici. Lì, bisogna dirlo, siam stati scarsi, tanto che un drappello è dovuto correre all’ultimo a far rifornimento di vino e birra… Del resto, ospite più ospite meno, tra volontari e invitati eravamo poco meno di 150!
Buffet a parte, è stata molto gradevole anche la parte “social”. Su una parete del cortile dell’oratorio Alessandro ha montato un “estratto” della mostra fotografica dedicata al volontariato a Milano realizzata dalla fotografa Eliana Gagliardoni e dove alcuni scatti sono stati fatti anche presso la nostra Scuola Donne. La mostra era ancora in corso presso un’altra sede e non era quindi possibile trasportarla, ma la fotografa ci ha procurato il doppione di qualche pannello: grazie Eliana! E poi la serata musicale. Durante la prima parte della cena ha cantato e suonato la chitarra Sunday, un ragazzo nigeriano davvero bravo che la nostra volontaria Chiara aveva conosciuto in metro (lui è un artista di strada) e ha invitato alla festa.
Poi è stato il “debutto” (almeno per noi) del trio formato dalla nostra volontaria Carolina e dalle sue due compagne: belle armonizzazioni vocali con un repertorio che va dall’etnico al nostro folk rivisitato.
E, per non farci mancare niente, signore e signori via alle danze, presentate da Anna come il “Circolo circasso”!!! In pratica un girotondo di scambio tra dame e cavalieri al suono di musica folk. Dato il caldo, una gran bella sudata!
Si è chiuso verso mezzanotte, smontando e rimettendo in ordine tutto anche come segno di ringraziamento per l’ospitalità che l’oratorio ci ha dato. Ma, a parte il lato del finanziamento, fondamentale per una onlus come la nostra che non riceve contributo pubblico alcuno (e ben pochi anche quelli privati), la cosa più bella è stata l’atmosfera: l’impegno e il clima di collaborazione tra di noi, pari al vedere gli ospiti felici e sentire qualcuno andarsene dicendo: ”Grazie Alfabeti!”.
Gianni